MùBIS: il progetto
L'IDEA
Il Mùbis: un Social & Community Hub
Con il termine Community Hub si intende di solito un luogo dove progettare e fare cose assieme ad altre realtà, ognuna magari con una specifica competenza da mettere in rete.
Di solito queste esperienze nascono dal recupero di spazi in stato di abbandono.
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Ora, visto che lo spazio già lo abbiamo, l'idea nostra è quella di rendere il Museo Bistrot un luogo di comunità, sempre più aperto, partecipato, che si arricchisca di temi ancor più ampi, in un senso più profondo e reale di pratiche di inclusione.
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In questo senso abbiamo scelto di chiamarlo Mùbis, un acronimo che tenga conto del Museo (parte teorica e culturale), del Bistrot (parte pratica e lavorativa) e dell'Inclusione Sociale (coinvolgimento del territorio). Un nuovo concept inclusivo, una sorta di formula magica, nella speranza che possa diventare una pratica replicabile e sempre più riconoscibile: "Ehi, ma questo è un Mùbis!".
[qui un articolo sull'idea del Mùbis nel nostro blog]
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in pratica
In pratica, che cosa proponiamo?
A partire da un contributo pubblico o privato di compartecipazione alle spese, vogliamo mettere a disposizione una parte del locale del Museo Bistrot, in orario pomeridiano, coinvolgendo:
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realtà associative che si occupano di disabilità per svolgere attività laboratoriali ma con un vincolo ben preciso: che ogni attività venga progettata rivolgendosi al territorio. Non quindi per svolgere laboratori intesi solo con finalità terapeutiche o riabilitative e rivolti esclusivamente a disabili, ma attività che dialoghino in un qualche modo con il quartiere, che cerchino il coinvolgimento del territorio. Li definiamo in questo senso "Laboratori di quartiere";
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realtà che si occupano di economia solidale, sociale e ambiente per organizzare incontri aperti al pubblico, presentazioni di libri, insomma realtà volte ad animare culturalmente il luogo;
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una cooperativa o associazione accreditata per il servizio di assistenza domiciliare disabili adulti (SAISH) da svolgere come attività all'interno del bar del Museo Bistrot, previa nostra formazione e secondo tutte le normative specifiche (HACCP, etc.);
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Realizzare un progetto del genere non è impossibile, ma richiede molto sforzo in fase iniziale, un approccio più aperto e creativo in fase di progettazione da parte di tutti.
E anche una modalità "in ascolto", perché il fare rete può essere una buona prassi inclusiva, ma va curata, ci vuole attenzione e rispetto per le idee altrui, nell'orizzonte di un bene comune.
ricapitolando, COSA SERVE?
1. UN LUOGO
E questo lo abbiamo ;)
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2. PARTNER OPERATIVI DI PROGETTO
- Associazioni che si occupano di disabilità e che vogliono attivare un laboratorio almeno 1 volta la settimana;
- Associazioni o altre realtà, preferibilmente ma non esclusivamente di quartiere, che non si occupano di disabilità ma di attività sociali e culturali volte al "bene comune";
- Cooperativa o Associazione con cui avviare il SAISH nel servizio bar.
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3. PARTNER ECONOMICO
Un riconoscimento istituzionale di progetto di alta utilità sociale da parte del Comune di Roma e/o della Regione Lazio, con un contributo minimo di 15.000€/anno per contribuire alle spese di progetto e del personale di sala. NB: Il contributo lo proponiamo anche come compensazione rispetto alle tasse commerciali che paghiamo per il Bistrot (10.ooo€ di IMU + 5.400€ di TARI) nonostante il progetto non abbia finalità di utili economici ma sia esclusivamente di natura sociale e volto all'inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva.
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4. PARTECIPAZIONE ATTIVA
A questo ci pensate voi ;)
partner (net in progress!)
Queste sono i partner che a diverso titolo stanno collaborando con noi nel rendere il Museo Bistrot di Come un Albero un Mùbis a tutti gli effetti.
In ordine di apparizione:
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